Dentosofia testimonianze: Giovanni

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Giovanni è un’Ingegnere, un percorso universitario brillante, ottime potenzialità professionali, una famiglia alle spalle sana e fondata sui valori tradizionali e fondamentali, una fidanzata…

Insomma tutto andava a gonfie vele e lui procedeva, come un razzo, verso un avvenire  di sicuro successo…                                   Fino a quando non bussò alla sua porta un terribile mal di testa, che gradualmente diventò invalidante: praticamente continuo e insopportabile. Inizialmente Giovanni tamponava con gli analgesici, fino a quando non ne parlò  anche con un’amico neurochirurgo: era disposto a tutto, pur di liberarsi di quel male alla testa. In attesa di trovare una soluzione, ormai si era orientati verso l’utilizzo di psico-farmaci, ne parlò con un cugino che opera in campo sanitario, il quale lo invitò a consultarmi, a fare questo ulteriore tentativo.

Ecco la testimonianza di Giovanni

“Esperienza di vita: Relazione sul mio percorso di guarigione”

” Ho pensato a un nome che potesse descrivere globalmente il mio percorso di guarigione,guidato dal Dott. Anselmo e, istintivamente, ho digitato ” percorso di vita”.                                                                                                                                     Nessuna espressione può meglio descrivere, infatti, la mia esperienza e l’evoluzione del mio stato fisico e psicologico. Il percorso è iniziato nell’ Aprile del 2013, quando ho intuito che il mio problema fisico, doveva essere affrontato celermente.                             Premetto che fin dalla pubertà ho sofferto di cefalea che,frequentemente, condizionava le mie giornate, costringendomi a far uso di farmaci per alleviare il dolore e ristabilire il normale equilibrio del mio corpo, temporaneamente.                                                     Nonostante le classiche frasi di circostanza  e dicerie popolari, della serie:” è normale, troppo stress”, ” chi non soffre di mal di testa al giorno d’oggi?, la mia patologia evolveva negativamente, divenendo parte integrante della mia vita e costringendomi, talvolta, a modificare le mie abitudini in funzione di essa: definirla ” quasi invalidante” non era eccessivo.                                           La Novalgina era,oramai, divenuta la mia compagna di vita e le mie giornate trascorrevano con l’anzia dell’attesa: era soltanto questione di tempo, prima o poi il focolare iniziava a innescarsi ed ero costretto a tornarmene a casa.                                               Come accennato in precedenza, ho deciso di affrontare concretamente il problema soltanto nell’Aprile dello scorso anno: dopo un periodo alquanto stressante, coincidente con la conclusione del percorso accademico, il mio classico mal di testa subi’ una strana evoluzione. La frequenza era divenuta permanente: mi svegliai una mattina con un dolore alla tempia sinistra, costante, invadente, angosciante.                                                                                                                                                                         Durante le prime fasi,consapevole che si trattava del mio solito disturbo, non  mi preoccupai più di tanto, continuando ad assumere farmaci al paracetamolo.                                                                                                                                                       Nulla di fatto,il disturbo permaneva e, addirittura, incrementava la propria intensità gradualmente.                                                   La mattina mi svegliavo con la tempia” pulsante” e la sera andavo a letto nelle stesse condizioni. Decisi di rivolgermi a un’ otorinolaringoiatra, per sospetta sinusite, ma la diagnosi escludeva questa ipotesi.                                                                             Andai dal mio dentista che, sospettando la presenza di un dente del giudizio incastrato da qualche parte,mi prescrisse una radiografia. Nessun dente del giudizio presente. Mi pescrisse i classici antidolorifici e me ne tornai a casa. Il problema, tuttavia, permaneva. La mia mente, intanto, naufragava verso ogni meta: cercavo in internet pareri e consigli, parlavo continuamente del mio disturbo con chicchessia e sospettavo mali di qualsivoglia natura. Non era più vita. Alle soglie dei trent’anni, mi immaginavo come un’anziano costretto a convivere con i propri malanni.                                                                                                               Fortunatamente,conversando con mio cugino logopedista,convenimmo che la strada percorsa fino a quel momento, portava verso un vicolo cieco.Osservando la mia fisionomia, la mia dentatura e la mia mandibola, mi consigliò di rivolgermi al Dott. Anselmo, specialista in queste patologie. Seguii immediatamente il suo consiglio e, dopo aver concordato il primo incontro, iniziai a parlare, per l’ennesima volta, del mio problema.

Stavolta c’era qualcosa di diverso: notai subito un’ approccio armonico del Dott. Anselmo: egli non parlava con un” paziente”, parlava con me, chiedendomi le mie abitudini, la mia routine, la mia storia e diversi dettagli concernenti la mia quotidianità ai quali, sinceramente,neppure io avevo mai fatto caso, fino a quel momento. Osservava i movimenti del mio corpo, il mio orologio ( se era fornito di pila oppure con movimento automatico), mi faceva percorrere il corridoio con una sorta di cartina rigida in bocca. L’anamnesi durò circa un’ora, conversammo su tutto: capii subito che, seguendo i consigli di quel professionista, avrei risolto il problema.

In primis mi prescrisse di fare una TAC al fine di escludere qualche temuta patologia, Fortunatamente non era presente nulla di preoccupante: era il momento di iniziare la cura. Dopo il secondo incontro, che prevedeva lo stesso iter: conversazione, ossevazione dei miei movimenti e della mia dentatura, il dottore mi consegno’ una boccettina, contenente una miscela di estratti di piante aromatiche o fiori (si trattava di Fiori di Bach, mia nota ), non ricordo esattamente cosa contenesse e, mi parlò di uno strumento di nome “bite” ( mia nota: in realtà si tratta dell’attivatore) in caucciù, che avrei dovuto indossare per un periodo di tempo, con una certa frequenza. Inoltre, era necessario eseguire degli esercizi fisici che mi accennò.

Sinceramente il mio approccio con queste nuove ( per me) metodologie, non fu entusiasmante. Vigeva un certo scetticismo nella mia mente: ero abituato, fin da piccolo, a rimedi invasivi: farmaci classici ( con controindicazioni devastanti), e non avevo mai sentito parlare di “dentosofia”.

Tuttavia la mia stima per il Dott. Anselmo ed il rapporto di reciproca fiducia che si era immediatamente instaurato, mi spronarono a continuare, avventurandomi verso nuovi percorsi. Durante le prime fasi, nell’attesa del bite, assumevo la lozione floreale, ma oggi, mi posso permettere di raccontare tutto ciò con allegria ed umorismo, e facevo gli esercizi fisici. Iniziavo a beneficiare di qualche miglioramento ma il problema persisteva. Speranzoso,andavo avanti e attendevo lo strumento in caucciù.

Dopo poco tempo indossai il bite, le prime nottate  furono problematiche in quanto avevo difficoltà a dormire con questo affare tra i denti, e non riuscivo a completare il ciclo. Il mio lavoro e i miei studi, mi costringono, inoltre, a dialogare continuamente con la gente, pertanto,non potevo mantenerlo nei tempi consigliati.

Nonostante tutto, con diversi sacrifici, riuscivo a mantenere parte della tempistica consigliatami, continuando le visite mensilmente. Il mio disturbo si affievoliva gradualmente e, con esso, si affievolivano anche le mie angosce: il mio corpo traeva beneficio e la mia mente si rasserenava. Insomma grazie al dr.Anselmo ( io aggiungo: grazie alla Dentosofia), finalmente, la mia vita è cambiata e non esagero con le parole perchè, solamente chi ha affrontato questi disturbi, può comprendere cosa si prova.

Oggi dopo un’anno di terapia, il dolore alla tempia è un brutto ricordo, il mal di testa non invade più la mia vita, non assumo più alcun farmaco, mi permetto il lusso di frequentare una palestra e giocare a tennis senza alcun timore. Esco quando voglio senza la novalgina e sono felice.

Non sono abituato a chiacchiericci da politici, amo la concretezza e sono consapevole anche poche righe possono trasmettere emozioni.

Spero di aver trasmesso, attraverso queste parole, l’efficacia della terapia: posso essere considerato un testimone, estemamente soddisfatto di questo approccio scientifico. Per tale motivo,trasmetto il consenso alla divulgazione di tale esperienza, mantenendo la mia disponibilità ad incontri e/o dibattiti in materia. Dulcis in fundo ringrazio di cuore il Dr Francesco Anselmo, auspicando che faccia da monito alle nuove leve dell’Odontoiatria.   08/07/2014

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